Ad un certo punto, per svariati motivi, il viaggio nel Tempo (eravamo rimasti qui, ricordate?) diventa una corsa frenetica contro il tempo. Quello squallido e quotidiano, pratico, quello miseramente umano, arido e impietoso; quello che ti ricorda che non ce l’hai per fare nulla. Corsa frenetica contro tutto e contro tutti, corsa a salvare le cose dalla discarica, dal bidone, dalla distruzione eterna. Allora prendi, chiami questo e quello, contatti addirittura le associazioni teatrali (volete per caso degli arredi di scena?); ma quelle, nemmeno a dirlo, manco ti rispondono alle email.
Contatti addirittura degli stranieri che a conto in banca non stanno messi troppo bene, ma nemmeno loro vogliono quella camera anni Quaranta, perché “troppo vecchia, troppo datata”. Ah, però. Una delle camere da letto del Gate 23, quella che gli affetti di parte materna hanno ritenuto degna dei propri meritati sonni fino all’anno scorso, è ritenuta da questi signori disperati e senza niente troppo datata, per i loro pauperistici gusti.
Va bene.
Allora proviamo con le associazioni di carità e volontariato: nemmeno loro la vogliono: “nessuno la prenderebbe”, dicono. Deve senz’altro trattarsi della stessa genìa dei Poveri di cui sopra. Poveri ma esteti, mi viene da dire. La Bellezza salverà il mondo. Sì, sì, devono essere di quella corrente lì, loro. Allora fesso è chi arreda le proprie case vintage con quei mobili. Questi non ci sono andati a scuola di Estetica? Evidentemente no. Noi, che di estetica non capiamo sicuramente nulla, avendo spazio e non avendo alcun mobile, ci saremmo potuti astrologare per salvare queste cose e portarle in viaggio nel tempo Futuro, dal Passato.
Ma non potevamo. Troppa roba. Troppo tutto. Inizialmente, ci siamo detti: meno male che ci sono i Poveri, Quelli che Non Hanno Niente, quelli che hanno bisogno dei queste cose, quelli a cui possiamo regalare, anziché vendere su ebay.
Allora forse vorranno la cucina, fatta fare su misura dal falegname e tenuta che sembra nuova? No, dicono dopo averla vista. Non ha gli elettrodomestici ad incasso.
Capito. Che nonni fessacchiotti i nostri, che hanno osato vivere fino al 2014 senza elettrodomestici ad incasso. Fossero andati da certe Associazioni a favore dei Poveri, gliel’avrebbero insegnato loro, come devono essere le cucine oggi.
Ora come ora, possiamo solo gioire del fatto che evidentemente tutti, ma proprio tutti, al momento hanno un dignitoso letto su cui dormire, al mondo. E forni ad incasso in cui cucinare succulente patate e cipolle. E così siamo contenti e sorridiamo alla vita.
Allora, con questa rassicurante certezza, chiamiamo pure la ditta dei traslochi e chiediamole di smaltire tutta la cucina e l’intera camera da letto post-bellica in radica, che tanto qui tutti, ricchi o poveri che siano, mangiano patate e cipolle da rivista e dormono sonni tranquilli e di design.
Al prossimo post!
Hai provato con Emmaus? 🙂 da me ci sono e ritirano un sacco di cose, spesso svuotano intere case e al massimo smaltiscono loro i materiali riutilizzabili e riciclabili
Ho mandato un’email, grazie del consiglio, Chiara! 🙂
Figurati, io ho fatto la volontaria in una delle loro comunità che c è da me e son tutti carinissimi 🙂
sì, giustamente stanca, e la polemica ci scappa, perchè anche la pazienza di noi sante ha dei limiti. Però non hai pensato che la Caritas ha capannoni strabocchevoli, dove i Poveri contro cui ti incazzi possono fare scelte di loro gusto, che a noi sembrano sceme e fighette, ma che sono solo pragmatiche e assolutamente indiscutibili, come faremmo noi nei loro panni. Quindi tocca armarci di cristiana pazienza e vedere pezzi della nostra vita finire mestamente distrutti, senza scaricare troppe colpe su chi, del nostro passato, giustamente se ne strafrega. Con molto molto tempo a disposizione qualcosa si sarebbe forse potuto rimediare, ma anche noi abbiamo i nostri maledetti limiti spazio-temporali, mannaggia! Bacioni
Sì, avevo infatti chiamato la Caritas di Ravenna, ma d’estate sono fermi, mi hanno detto. Certo, un Povero ha il diritto al lusso della scelta esattamente come chiunque altro, però: se pretende questo lusso a prescindere, evidentemente la necessità non è poi così stringente; se tutti quelli che son venuti a vedere la camera, dopo averne riscontrato l’oggettivo ottimo stato, hanno detto la frase “non vanno queste cose, nemmeno tra i Poverissimi”, qualcosa mi stride. Il concetto di “moda” al mio orecchio cozza con quello di “bisogno”. Poi, senz’altro sono d’accordo con te nel dire che occorreva più tempo; ma francamente non pensavo che regalare una camera da letto intera in questi tempi potesse incontrare tanti rifiuti. Comunque, ripeto: mi consola pensare che poi la gente non sta male come dice di stare. Un bacione a te! 🙂
da noi non ci sono gli sbarcati di fresco e probabilmente chi è qui da un po’ ha già lo stretto necessario e pensa solo a migliorare, sempre, non scordiamolo mai, con criteri tutti suoi. Può anche essere che per loro la vecchia radica sia quasi un’offesa: pensa a quando da noi si buttavano i tavoli allungabili in noce per potersi piazzare in casa quella bella fòrmica verdina !! questi Poveri, mitizzati nel bene e nel male, son tali e quali noi, e come noi han diritto a fare stronzate o a concedersi il lusso di una qualche scelta, per quanto discutibile. Forse proprio la possibilità di scegliere li fa sentire pari e non paria ! Comunque non crucciarti per la chiusura estiva della Caritas, perchè durante tutto l’anno non ritirano più questo tipo di arredamento che non sanno più dove mettere perchè straboccano. Se ci dessimo un po’ una calmata anche noi nel cambiare arredamento (non personalmente) forse le cose sarebbero un po’ diverse…ma se non si consuma l’economia non gira…..oh, e mi signòr !! non se ne esce……